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Il libro d’arte, tra storia e contemporaneità, intervista a Sandro Serradifalco.

Amore per l'arte

L’arte è un argomento che ci sta a cuore. In oltre centro anni di attività gran parte della nostra produzione è stata in qualche modo legata alle pubblicazioni artistiche, alla pittura, alla scultura, all’architettura, alla musica e più recentemente alla fotografia e al cinema. Il libro d’arte si è evoluto nel corso degli anni tenendo fede ad una tradizione che lo ha sempre considerato come oggetto da collezione ed usufruendo delle innovazioni tecnologiche che hanno consentito progettazioni e soluzioni inedite.

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Per approfondire questo argomento abbiamo scelto un interlocutore d’eccezione, Sandro Serradifalco, noto editore di pubblicazioni d’arte nonché direttore di un periodico dedicato alla divulgazione e all’approfondimento dell’arte contemporanea, “Art Now”.

L’obiettivo del periodico, come sottolinea Serradifalco, è proprio quello di promuovere la creatività in tutte le sue forme. Art Now è stata ideata non come un semplice prodotto di stampa, ma come un canale di comunicazione a trecentosessanta gradi, che fosse capace di testimoniare la bellezza dell’arte attraverso le proprie pagine patinate.

Il credo di Art Now è che un artista debba essere pienamente supportato nella divulgazione del suo operato. Nell’era della “condivisione totale” esistono ancora molti “creativi solitari” che meritano di essere portati alla luce e all’attenzione del pubblico.

“Il pensiero artistico va raccontato, comunicato con veemenza e intelligenza. L’arte è gioia, passione, dolore, rabbia. In una sola parola è vita, di questo siamo consapevoli. Tale consapevolezza per noi di Art Now è missione educativa oltre che concreto impegno professionale.”

 

Il libro d'arte, oggi

Proprio per questa sua vocazione e per il suo impegno professionale Sandro Serradifalco ci è sembrata la persona più adatta con cui discutere delle attuali tendenze del mondo delle pubblicazioni artistiche.

Il libro d’arte è senza dubbio legato al concetto di collezione. Si comprano libri d’arte per avere una testimonianza permanente dell’opera di artisti o di movimenti culturali. Ma come si sceglie che cosa far passare alla storia, a cosa dedicare una pubblicazione, come si sceglie il soggetto di un libro d’arte?

Da quasi vent’anni il nostro impegno editoriale si pone l’obiettivo di testimoniare parte del palcoscenico artistico contemporaneo. Prendendo come soggetti i mezzi espressivi di tradizione quali il dipinto, la scultura, il disegno, l’incisione, dove i contenuti non possono essere disgiunti dalla qualità. Desideriamo inoltre che ogni pubblicazione sia portatrice dello stesso messaggio, poiché siamo convinti che ci siano al mondo tante cose positive che devono essere conosciute, e per le quali vale la pena vivere.

Pluralismo o Coerenza? Quando si sceglie di parlare di arte preferite un approccio coerente tra le vostre pubblicazioni o è più interessante un pluralismo di teorie e punti di vista anche contrastanti all’interno di una stessa collana?

L’arte, oggi più di ieri, è un pluralismo di percorsi, idee e differenti approcci tecnici. Dal disegno a carboncino alle video installazioni, assistiamo periodicamente a contaminazioni stilistiche e culturali tipiche dell’era in cui viviamo. Il nostro compito è narrarle il più possibile. Siamo lieti di presentare ai lettori punti di vista contrastanti. Vogliamo che l’arte del passato e quella del presente, con i suoi protagonisti, siano le voci aggreganti dei nostri prodotti editoriali.

Quanto incide la scelta del supporto di stampa in una pubblicazione prestigiosa come un libro d’arte? Quali sono i dettagli a cui ponete maggiore attenzione quando si progetta un libro di questo tipo?

L’attenzione è principalmente rivolta al tipo di carta da usare, all’impaginazione e alla stesura dei testi che non devono mai essere troppo accademici ma comprensibili anche dal lettore meno ferrato in materia.

Il libro d’arte predilige generalmente formati generosi in fatto di dimensioni, per dare ampio spazio al materiale fotografico, ma non è raro trovare formati alternativi, più piccoli o magari irregolari nelle forme. In tal senso qual è il vostro pensiero e il vostro stile?

Consideriamo il grande formato l’essenza del libro da collezione, quello da tenere in bella vista su un tavolo e sfogliare di tanto in tanto. Al formato pocket affidiamo le immagini di una mostra collettiva o i contenuti di un saggio.

Il libro è da sempre un oggetto con cui è necessario instaurare un feeling visivo, tattile, in certi casi persino olfattivo. Esiste un’estetica di riferimento nel vostro genere di produzioni, quali sono le vostre scelte a tal proposito e cosa vi ha condotto in questa direzione?

Alle immagini viene dato il ruolo principale, i testi devono svelare curiosità e indurre il lettore a fare ulteriori ricerche. La piacevolezza tattile della carta è fondamentale così come un sapiente uso di caratteri di stampa che agevola la lettura. La nostra estetica di riferimento ha preso spunto inizialmente dal concetto editoriale di Bolaffi per approdare alla irriverente versatilità innovativa della Taschen.

Quali sono le pubblicazioni che hanno segnato il successo del vostro progetto e quali quelle a cui indipendentemente dal riscontro di pubblico siete più affezionati.

Il recente successo dell’annuario d’arte moderna “Artisti”, realizzato con Mondadori Store, rappresenta la conferma di un’idea editoriale nata nel 2003 con la rivista Boè. Primo nostro prodotto già a suo tempo affidato alle “sapienti mani” di PriullaPrint.

 

Dalle parole di Sandro Serradifalco emerge chiaramente che il libro d’arte ha innanzitutto una missione divulgativa, ponendosi come ideale trait d’union tra la sensibilità e l’opera dell’artista e l’interesse e la capacità di decodifica del pubblico. In questo senso la contemporaneità ha allargato la scelta, i temi e le modalità di edizione di questo genere di pubblicazioni che rimane tuttavia intimamente connesso al suo originario profilo di oggetto da collezione, caratterizzato da finiture nobili, carte di alta qualità e da una spiccata piacevolezza tattile.